giovedì 9 aprile 2009

09/04/2009

Una rondine non fa primavera.
E mai fui più d'accordo con un luogo comune.
Una rondine non fa primavera, una rondine fa estate!
A me le rondini fanno sempre pensare all'estate, quando tornavo dal mare e, non so perchè, non andavo a casa mia, ma andavo a casa di mia nonna. Passavo in mezzo al cortile dei palazzi, e avevo le orecchie piene di rondini.
Perchè a differenza di come molti pensano, l'estate è piena di rondini, non la primavera. Come i fiori: d'estate ti assalgono violenti gli spruzzi dei fiori che gridano i loro colori. E poi tutti gli odori delle finestre aperte, odori di mangiare, di cuocere.
Paradossalmente penso che una delle ultime canzoni che mi piacciono, si chiama "Odio l'estate". E' fatta di note cupe, pesanti, infagottate come gli inverni. Ma questo non c'entra, era solo una cosa che mi sembrava curiosa dopo tutto.
Che poi quello che mi piace di più dell'estate è la sera. Le sere d'estate non sono sere. Con tutta quella luce, sembrano gli inizi di nuovi momenti. Sono piene di cose vissute, ricordate, di ore pesanti sulle gambe, lunghe tutto il giorno, di cose fatte, di sudore attaccato alla pelle. Ma sono sere rilassate. Mi danno un senso di pace, di ordine, come quando sai che non può essere che così.
Adesso è sera. Non ancora di quelle sere fresche che ti fanno piacere perchè ti lasciano un po' di ristoro dal caldo soffocante del sole, ma è ancora una di quelle sere che fa freddo, che devi coprirti il doppio del giorno. Ma ci sono le rondini: sopra la mia testa, sopra il tevere, sul ponte che arriva all'isola Tiberina (ma viene da Tiber, o Tiberio?? mio Dio se sono ignorante!), sopra il traffico che ti macina le orecchie, tra gli alberi, che a volte te lo scordi, ma ci sono, inaspettatamente in mezzo al grigio sporco dell'asfalto.
Dicevo.
Ci sono le rondini, e la mia testa si dissocia tra il giardino sotto casa della nonna, lo scorrere dell'acqua che ho sotto i piedi, le voci che parlano tutte le lingue del mondo. Addirittura un contrabbasso! Non potrebbe essere che così tutto questo. E mi sento una turista della mia città. Roma è così, ti sorprende dietro l'angolo, o nelle strade che fai ogni giorno per andare a lavorare. Lei non ti appartiene, non ti apparterrà mai, non si lascia possedere; e hai sempre un po' la sensazione di essere in balia. Ma se puoi fermarti e respirare l'aria che ha dentro, allora sei un turista, sei il cinese con la macchina fotografica da milioni di euro, sei la spagnola con gli orecchini pendoli, seiu il tedesco con i calzini dentro i sandali... E come loro che parlano tutte le lingue del mondo (perchè sono proprio sicura, ci sono tutte!) sono anche io straniera nella città dove vivo.

Visitatore e illustre ospite.


Ora torno a casa, così felice di essere viva qui.

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