sabato 28 marzo 2009

Segnali di vita

E' curioso come ci siano degli eventi, dei piccoli segnali, dei gesti che la vita mi fa, evidentemente, in momenti ben precisi, tali che non posso fare finta di non vederli.
Ma è altrettanto evidente che io continuo a non coglierli, o quantomeno a non capirne il significato, perchè si ripetono, si ripresentano, come a volermi urlare cose che non riesco a sentire...
C'è stato chi ha provato a insegnarmi a cogliere tutte le emozioni che ho la fortuna di provare, senza cercare di controllarle, di dargli un senso che sia diverso da quello di lasciarsi emozionare. Le foglie con la loro caducità, mi insegnano ogni giorno che il tempo è inesorabile e terribilmente inevitabile. I bambini con i loro sorrisi mi insegnano a non dimenticare la bellezza di lasciarsi sorprendere. Tutte le lacrime che piango, mi insegnano che posso sopravvivere nonostante tutto, nonostante il senso di perdizione che mi riempie a volte, nonostante la disperazione che sembrainguaribile.
Eppure ci sono cose che proprio non riesco a imparare.
Quello che sento ora ascoltando delle note a me molto care, mi riscalda di amare inquietudini, mi stringe lo stomaco, serra la gola e mi toglie le parole.

Nel frattempo ho bruciato per ben due volte i bastoncini che tentavo di cucinarmi per cena (e anche tre dita della mano)!! Anche questo potrebbe insegnarmi qualcosa, ma sono sempre troppo lontana dall'impararlo...

martedì 3 marzo 2009

Oggi i panni li stendo all'aria. C'è un bel sole, nemmeno troppo freddo e ne approfitto.
Faccio asciugare i miei vestiti al cielo.
La terrazza sopra casa è il tetto di tutti i miei sogni. E' messa proprio sopra la mia stanza, esattamente all'altezza del letto. E' inevitabile quindi che si riempia notte dopo notte, giorno dopo giorno, di qualsiasi cosa mi salti in mente. Allora quando ci salgo sono immersa nella mia testa, che immagina, scopre, scolpisce.
E così affacciata sul parapetto si vedono palazzi, saranno almeno cento, e alberi, monumenti, e distese enormi di cieli: ora sono violacei e rigati di tramonto, più giù si alleggeriscono di azzurro spento, qui ti sorprendono con il buio più grande che c'è.
Gli occhi si sporgono sempre di più, e quando non arrivano gli occhi si staccano i piedi, dondolano le mani...et voilà! Volo sopra le strade, persone; case, con stanze sempre più piccole.
Sono finalmente, di nuovo, dentro la danza dei miei sogni. Li vedo oltre le punte dei piedi, tutti lì sotto nitidi e colorati: odorano di frutti attaccati agli alberi. E io che credevo di averli persi, invece bastava solo sporgersi un po' di più!

Sono soddisfatta direi. Vai a sapere che ti aspetta quando pensi di salire a stendere i panni!

A cuore pieno faccio ritorno sulla terrazza. Attraverso antenne dei televisori, i fili con le mollette, i resti delle mie feste di compleanno sotto le stelle.


I miei panni si sono asciugati all'aria, domani indosserò pezzi di cielo e soffi di vento.